Covid, nuove varianti e sintomi: ecco cosa devi tenere sotto controllo
Fin dal momento dell’esplosione della pandemia la questione del Covid non è mai realmente passata in subordine. Vi è stato l’allentamento dei contagi e degli effetti in media, ma si ripresenta ora la questione a proposito delle nuove varianti.
Ci si chiede in particolare a cosa porterà tutto ciò. Ossia, come si svilupperà la situazione, cioè come evolverà il virus? Fino ad ora sono uscite nuove varianti, con sintomi attinenti che le riguardano.
Delle varianti stanno poi premendo per il rialzo dei contagi, come si viene a sapere anche dalle cronache più recenti. Si può pensare soprattutto alla situazione attuale in Cina, ma anche al ritmo (più lento del caso cinese, ma sicuramente degno di nota) di crescita dei contagi negli Stati Uniti.
Le nuove varianti Gryphon e Cerberus e i rispettivi sintomi
Gryphon e Cerberus sono i nomi delle nuove varianti evolutive del Covid-19 e anch’esse delle sotto-varianti di Omicron. Innanzitutto si consiglia sempre di procedere con il tampone, proprio perché dei sintomi potrebbero essere confusi con quelli influenzali o altro. Magari al raffreddore o a un’altra tipologia d’infezione: ciò si rivelerebbe sviante nella valutazione del pericolo affrontato.
Ad innalzare la soglia d’allerta sono ora queste nuove varianti. Per questo motivo si procederà presto al sequenziamento dei tamponi risultati positivi al fine di valutare la presenza o meno di ulteriori forme. Se il virus dà luogo a nuove varianti è perché trova la strada per evolversi ogni qualvolta viene fermato.
In particolare, pare che Gryphon sia la principale causa dell’attuale aumento, su scala globale (in buona parte delle aree) di contagi e decessi. Il fatto che ad esserne interessato per primo sia stato un Paese grande come la Cina, e che abbia poi interessato altre vaste aree come gli Stati Uniti di certo non aiuta. Così come non aiuta la carenza di dati su quanto si stia riscontrando ora a Pechino.
Rispettivamente, Gryphon presenta a livello sintomatico mal di gola, tosse, dolori sparsi su tutto il corpo, stanchezza, in determinati casi anche febbre. In Italia si stima (dalla piattaforma Icogen) che i casi si attestino attorno al 2% sul totale, ancora molto pochi, ma sarà bene non abbassare la guardia. Diversamente, la variante Cerberus, sempre stando ai dati Icogen, si attesta al momento su una percentuale pari al 30,84% e presenta sintomi molto simili.
In entrambi i casi possono quindi essere accomunati a quelli di un’influenza ma sono in realtà potenzialmente molto più pericolosi. Meglio dunque, in caso di dubbio, sottoporsi a tampone e poi anche a test antigenico o molecolare.