Nella lotta contro l’obesità è stata fatta un’incredibile scoperta: gli esperti hanno annunciato che è una questione di geni.
Si tratta di una scoperta assolutamente sensazionale e che potrebbe cambiare radicalmente l’approccio a questo tipo di problema.
Vi sarà senz’altro capitato di avere davanti una tavola imbandita o pietanze particolarmente gustose e non riuscire a trattenervi, cedendo al desiderio di abbuffarvi. Si tratta ovviamente di una condizione che dovremmo cercare di non assecondare, dal momento che se ripetuta di frequente può portare ad avere problemi come il sovrappeso – il che a sua volta è responsabile di diverse patologie.
Purtroppo però ci sono persone che proprio non riescono a tenere a freno questo stimolo, con il conseguente aumento di peso fino all’obesità. Nel tentativo di condurre la battaglia contro questa patologia, gli esperti hanno però scoperto un dato sensazionale, ovvero che si tratta di una questione genetica.
Fino ad oggi abbiamo guardato con biasimo le persone che non riescono a frenare l’impulso di abbuffarsi a tavola – problema che può condurre facilmente al sovrappeso se diventa una consuetudine – eppure ci siamo sempre sbagliati, come ha dimostrato un recente studio che come punto di arrivo ha la lotta all’obesità.
Secondo il professor Shigenobu Matsumura della Graduate School of Human Life and Ecology, sembra proprio che in realtà si tratti di una questione di genetica. Alcuni soggetti hanno infatti un gene chiamato CREB- Regulated Transcription Coactivator 1 che di recente è stato associato proprio all’incapacità dell’uomo di “regolare l’abbuffata”. Se il CRTC1 viene disattivato infatti si può andare incontro ad un notevole aumento di peso.
Per dimostrarlo sono stati utilizzati dei roditori e sono state create delle interferenze con questo gene, per cui i topi hanno iniziato ad ingrassare, motivo per cui si è potuto dedurre che un corretto funzionamento del gene può riuscire a contrastare l’obesità. Durante lo stesso esperimento è stato anche notato che una dieta normale non comporta un cambiamento radicale del peso, ma che somministrando ai ratti una dieta ricca di grassi sono portati maggiormente ad abbuffarsi, fino a contrarre patologie come il diabete.
“Controllando” dunque questo gene si potrebbe ipoteticamente bloccare il meccanismo che ci induce a consumare cibi calorici come zuccheri e grassi, per cui questa ricerca – e i risultati ottenuti – possono essere il primo passo per riuscire a contrastare con maggiore efficacia il problema dell’obesità, purtroppo sempre più diffusa a livello globale.
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