Parkinson, svolta nella prevenzione della malattia: al via una ricerca innovativa
Un recentissimo studio sul morbo di Parkinson ha dato una svolta decisiva nella prevenzione di questa malattia: ecco i risultati dell’innovativa ricerca.
Si tratta di un enorme passo avanti per quanto riguarda la prevenzione di una patologia che ad oggi ancora non ha trovato una cura definitiva.
Quando si parla di malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson purtroppo bisogna fare i conti con il fatto che ad oggi non esiste ancora una cura definitiva. Proprio per questo i ricercatori, oltre ovviamente a studiare la patologia per capirne tutti i meccanismi, sono particolarmente interessati alla possibilità di prevenire la sua manifestazione riducendo i fattori di rischio.
Un recente studio, che ha di nuovo posto l’accento su questa possibilità, è riuscita a ottenere importantissimi risultati che riguardano la possibilità di trovare il meccanismo che inneschi la malattia e di bloccarlo dunque prima che si manifesti.
Morbo di Parkinson, una recente ricerca ha fatto enormi passi avanti sulla prevenzione
Come anticipato, purtroppo le malattie neurodegenerative ad oggi non hanno ancora una cura definitiva. Per questo si sta dando spazio al tema della prevenzione in modo tale da bloccare queste patologie prima che si possano manifestare nel soggetto. Di recente abbiamo sentito parlare degli enormi progressi fatti da alcune case farmaceutiche per riuscire a bloccare l’Alzheimer prima della sua manifestazione, e lo stesso si sta cercando di fare anche con il morbo di Parkinson.
In particolare già da marzo in Italia sarà effettuato un importantissimo esperimento che potrebbe portare la ricerca a fare un notevole passo avanti per quanto riguarda la prevenzione. All’Università di Pisa verrà infatti avviato un progetto che durerà ben 3 anni ed il cui obiettivo è quello di identificare gli effetti della privazione del sonno per poter individuare in modo precoce i sintomi del Parkinson legati ad esso.
Sembra infatti, secondo gli ultimi studi, che i problemi legati al sonno siano associati all’insorgenza di questa patologia neurodegenerativa. Per questo saranno sfruttati degli organoidi cerebrali, ovvero dei “mini cervelli” realizzati partendo da cellule staminali umane e solitamente utilizzati per testare l’efficacia e la funzione di alcuni farmaci. È ancora molto presto per poter parlare degli eventuali risultati a cui questo studio potrà condurre, ma è certo che un’analisi di questo tipo potrebbe portare alla scoperta di cure personalizzabili contro malattie come il Parkinson.