Si torna a parlare della necessità di prestare attenzione a non assumere troppi antibiotici dal momento che possono causare gravi patologie.
Gli esperti in questo periodo tornano a fare campagna di sensibilizzazione su un farmaco che, se preso in modo incontrollato, può fare enormi danni al nostro organismo.
Da decenni gli esperti conducono una “battaglia” per cercare di istruire i cittadini circa l’uso degli antibiotici, purtroppo spesso visti come soluzione più valida nel caso di manifestazione di sintomi influenzali e non solo.
A meno che non si abbia un’infezione batterica, in realtà, questo farmaco sarebbe assolutamente da evitare e non solo perché inefficace al trattamento della patologia ma anche perché può provocare enormi danni al nostro organismo.
Quante volte, soprattutto negli ultimi anni abbiamo sentito parlare dell’uso di antibiotici? Si tratta infatti di un rimedio utilizzato purtroppo con scarda coscienza, nonostante gli esperti abbiano spesso ribadito che in caso di infezione virale è assolutamente inefficace.
Questo farmaco infatti è adatto solo ed esclusivamente a contrastare i batteri, senza contare che dovrebbe essere assunto solo dietro prescrizione medica, dal momento che un antibiotico ad ampio spettro potrebbe non essere adatto al tipo di agente patogeno che ci ha colpito.
I rischi dell’assunzione smodata di antibiotici sono enormi e, tra quelli più comuni e da non sottovalutare, c’è anche lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza. In questa circostanza dunque, all’effettivo bisogno di iniziare una terapia a base di questo farmaco, potrebbe essere del tutto inefficace e non aiutarci ad uccidere il batterio che ci ha contagiato. Una situazione assolutamente grave, ma che non è l’unico pericolo che corriamo.
Diversi studi hanno infatti dimostrato che questa categoria di medicinali può aumentare il rischio di sviluppare malattie infiammatorie all’intestino, come i temutissimi morbo di Crohn e la colite ulcerosa negli adulti over 40. Lo ha ribadito anche una recente ricerca condotta dai ricercatori newyorkesi del Langone Health Center, i quali hanno analizzato i dati di ben 5,5 milioni di persone dai 10 anni in su che si sono sottoposti ad una cura antibiotica tra il 2000 e il 2018.
Tra questi pazienti, ben 36.000 hanno sviluppato la colite ulcerosa, mentre a quasi 17.000 persone è stata diagnosticata la malattia di Crohn. Sulla base di questo studio, inoltre, è bene precisare che il rischio è elevato sia in giovane che in tarda età, anche se ovviamente i soggetti più grandi – e dunque più fragili – hanno un rischio maggiore di sviluppare questa problematica.
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