“Bambini senza assistenza”: pediatri in fuga, introvabili su tutto il territorio
Dopo la riscontrata carenza per determinati farmaci, viene alla ribalta un’altra questione: la carenza di pediatri.
Ebbene sì, i pediatri risultano carenti in Italia. E ciò su tutto il territorio nazionale. Sono diversi infatti i casi lamentati dalle utenze al riguardo, e in tante città.
Se si era parlato fino a questo momento di carenze di personale medico in generale nelle strutture, ora viene fuori la questione specifica di una mancanza d’assistenza nei reparti pediatrici. Ci sono stati diversi casi emblematici che potrebbero essere riportati, ma tutti con un denominatore comune: inefficienze e ritardi nel prestare le cure.
Si pensi che in tre anni le strutture ospedaliere pubbliche sono diminuite. La conseguenza è, fra le altre, oltre ad un acuirsi della problematica per cui si trovano meno medici per densità abitativa, vi sono in particolare meno pediatri, almeno quelli che operano in convenzione.
La situazione attuale per i reparti di pediatria
Le famiglie entrano in gran numero nei reparti di pediatria. In questo periodo ancora preoccupate per i contagi da covid, oltre che per l’influenza stagionale. Quest’ultima, lo ricordiamo, è una forma più aggressiva delle altre e i bambini, insieme ai soggetti fragili per altre ragioni, sono tra il pubblico maggiormente esposto a complicazioni.
E’ a fronte in particolare di una tale situazione che si riscontrano le carenze predette. Il nodo è insomma venuto fuori come mai prima. Si potrebbe riportare il caso emblematico di una famiglia milanese che ha raccontato di aver impiegato due ore per superare l’accettazione al pronto soccorso dell’Ospedale Buzzi nel milanese. Il figlio della coppia, di 20 mesi, necessitava di assistenza sanitaria per una febbre a 39.
L’epilogo della vicenda di Milano e non solo
Classificati come codice verde, hanno scoperto di essere preceduti in sala d’attesa da altri 42 codici verdi. Dopo 4 ore di attesa inutile, i genitori del bambino hanno deciso di rientrare a casa. Tutt’al più perché nel frattempo la febbre era scesa con l’ausilio di un antinfiammatorio. Come anticipato, il caso è emblematico e ha scatenato la polemica a livello locale e non solo.
Oltretutto un neonato ha comunque bisogno di essere assistito risalendo alle cause di una febbre elevata, mentre l’antinfiammatorio si pone come soluzione momentanea. Si pensi anche al caso della riscontrata carenza nel piacentino, dove l’assessore regionale Tagliaferri chiede a gran voce di coprire i posti di pediatria rimasti vacanti (in seguito ai precedenti pensionamenti). Ciò oltre al caso di Cagliari, dove ci si è posti lo stesso obiettivo, e di diverse parti in Italia.