Cellule tumorali, lo studio fa passi da gigante: “Possiamo ridurre gli effetti collaterali”
In merito alle cellule tumorali sono stati fatti passi da gigante e oggi si possono ridurre gli effetti collaterali.
Gli esperti di recente hanno studiato con attenzione alcune caratteristiche delle cellule tumorali e in particolare dei melanomi – ovvero la più grande forma di cancro della pelle – facendo delle scoperte a dir poco incredibili.
Sembra infatti che studiando la conformazione delle cellule cancerose si possa massimizzare l’efficacia della terapia ma soprattutto ridurre gli effetti collaterali dati purtroppo da queste. Molto dipende dalle dimensioni delle cellule in questione. Un dettaglio che in passato era stato interpretato in maniera diversa ma che oggi cambia completamente le carte in tavola.
Vediamo dunque cos’hanno scoperto gli esperti e come quest’informazione può essere utile per curare non solo patologie gravi come il melanoma ma anche altri tipi di tumore.
Melanoma, cos’è e come si presenta
Con melanoma intendiamo un tumore di tipo maligno che si genera dai melanociti sia della cute che delle mucose – ovvero le cellule presenti nell’epidermide e che sono parzialmente responsabili del colore della cute.
Si registrano 100.000 nuovi casi l’anno e sembra che il tasso di incidenza sia particolarmente elevato nel caso di soggetti con le pelle piuttosto chiara. Il fattore di rischio principale però restano l’eccessiva esposizione alla luce ultravioletta, per cui sarebbe bene evitare lampade e lettini solari.
Per quanto concerne la sintomatologia invece, dobbiamo prestare attenzione al cambiamento dell’aspetto di un neo o alla comparsa di uno nuovo facendo particolarmente attenzione alla simmetria, ai bordi e al colore e alle dimensioni. Non sottovalutiamo poi i casi in cui un neo sanguina oppure prude.
Melanoma, ecco la chiave che potrebbe cambiare ogni cosa
Studiando bene le dimensioni delle cellule tumorali nel caso del melanoma, sembra dunque che sia possibile prevedere sia la prognosi ma anche il tipo di piano terapeutico per ogni paziente, massimizzando dunque le possibilità di successo.
Un recente studio condotto a Londra ha infatti dimostrato che i cambiamenti genetici possono influenzare le dimensioni delle cellule di un melanoma o, per meglio dire, cellule più piccole contenevano una quantità più elevata di proteine che servono a riparare il DNA (per cui possono tollerare un danno maggiore), mentre quelle più grandi fanno meno affidamento questo strumento di riparazione e possono essere più facilmente danneggiate.
Da questo dato emerge che le cellule ridotte sono più vulnerabili ai farmaci che bloccano la riparazione del DNA – soprattutto se combinati con la chemioterapia – mentre le più grandi possono essere trattate con successo piuttosto con l’immunoterapia. Una scoperta che non solo con rendere più mirate la terapia ma che può anche aiutare a ridurre effetti collaterali sperimentati durante l’assunzione di questi farmaci. Al momento dunque resta solo da determinare se questi risultati possono essere applicati anche ai tumori della testa e del collo. Lo riferisce ANSA.