Alcuni recenti studi confermano gli effetti delle sigarette elettroniche: ecco come stanno i polmoni con l’utilizzo.
Che il fumo di sigaretta faccia male è un dato di fatto e proprio per questo negli ultimi anni sono nate moltissime alternative presentate come meno dannose. In aggiunta queste dovrebbero riuscire a togliere definitivamente il vizio del tabagismo.
Purtroppo però non solo questi diventano veri e propri sostituti e non si interrompe completamente l’abitudine, ma è stato anche verificato che anche questi strumenti, in particolare le sigarette elettroniche, producono ugualmente danni all’organismo.
Vediamo dunque cosa dicono alcuni studi recenti che hanno mostrato esattamente come stanno i polmoni dopo aver fumato con questo dispositivo.
Per sigaretta elettronica intendiamo un dispositivo dotato di resistenza che scalda un liquido chimico contenente aromi e nicotina – che in realtà può essere tolta per cercare di eliminare la dipendenza da questa sostanza e il vizio del tabagismo.
In poche parole basta inalare attraverso il filtro – un cilindro solitamente in plastica posizionato ad un’estremità per simulare il gesto della sigaretta classica – e il flusso d’aria aziona un sensore che si trova nella batteria. Il vaporizzatore scalda così il liquido su menzionato contenuto nella cartuccia permettendo dunque di inalare vapore contenente l’aroma ed eventualmente la nicotina.
Sebbene questo strumento sia stato promosso come alternativa alla sigaretta per cercare pian piano di smettere con questo vizio, purtroppo ad oggi sono utilizzate in via definitiva al posto delle “bionde”, pertanto la percentuale di fumatori non è diminuita. Inoltre, nonostante a lungo siano state proposte come meno dannose per l’organismo, in realtà sono moltissimi i rischi che si corrono con il loro utilizzo.
Ad oggi dunque la sigaretta elettronica è un dispositivo largamente utilizzato, soprattutto purtroppo tra i giovani e gli adolescenti tra gli 11 e i 18 anni. Un vizio purtroppo ancor più dannoso del fumo si sigaretta, dal momento che purtroppo colpisce perfino il DNA, come rivelato da una ricerca condotta in Canada.
I ricercatori hanno preso un gruppo di persone facendogli inalare tramite il dispositivo 60 boccate di un liquido al mango e hanno notato nei soggetti alcuni cambiamenti a livello molecolare e cellulare – per lo più collegati al cancro dei fumatori delle “bionde” classiche.
Il motivo, purtroppo, è molto semplice: il liquido utilizzato contiene un sottoprodotto del petrolio (ovvero il glicole propilenico) che come si può immaginare ha un notevole impatto sulla nostra salute. Sembra insomma, dopo anni di battaglie tra sostenitori e detrattori di questo strumento, che sia stato chiarito quanto effettivamente faccia male alla salute.
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