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Ecstasy, via libera all’utilizzo a scopo terapeutico: dove e in quali casi

Commercio dell’ecstasy – Fonte AdobeStock

Di recente un paese ha dato il via libera all’utilizzo dell’ecstasy a scopo terapeutico: ecco dove e in quali casi è consentito il suo uso.

Siamo abituati a pensare all’ecstasy come ad una droga psicoattiva utilizzata per “sballarsi“. Fin dal suo primo sviluppo però era stata pensata per scopi terapeutici in diversi ambiti tra cui quello psichiatrico. Negli Stati Uniti è stato utilizzato a lungo con questo scopo.

Proprio dal momento che negli anni ’80 è stata venduta per uso “ricreativo”, il suo commercio è stato proibito in quasi tutti i paesi. Dopo decenni di battaglie però questa sostanza potrebbe tornare ad essere utilizzata a scopo terapeutico, grazie ad un paese che per primo ha concesso il via libera proprio in questi giorni.

Vediamo dunque per quali disturbi in particolare viene utilizzato, come può agire sul paziente e soprattutto quale paese ha deciso di fare da apripista.

L’ecstasy torna in commercio a scopo terapeutico: ecco perché

L’ecstasy è stata sviluppata per la prima volta nel 1912 come soppressore dell’appetito ma fin dagli anni ’70 ha trovato la sua applicazione principale in ambito psichiatrico, soprattutto in paesi come gli Stati Uniti. Purtroppo però negli anni ’80 ha iniziato a circolare tra i più giovani per uso ricreativo. Per questo motivo è stata alla fine proibita nella maggior parte dei paesi insieme alla psilocibina, una sostanza che si può trovare nei noti funghi allucinogeni.

La situazione sembra però destinata a cambiare e grazie alla decisione dell’Australia di dare il via libera all’uso medico di queste due sostanze. In particolare l’ecstasy sarà impiegata nei pazienti che accusano un disturbo post-traumatico. La psilocibina invece sarà impiegata nel trattamento della depressione in pazienti che sono risultati resistenti ad altri approcci terapeutici.

Commercio dell’ecstasy – Fonte AdobeStock

L’Australia approva l’uso di ecstasy e psilocibina: è il primo paese a farlo

Dopo decenni di sperimentazioni che hanno dimostrato che un uso controllato di queste sostanze può avere effetti piuttosto positivi in pazienti che risultano resistenti ad altri tipi di trattamenti terapeutici, la Therapeutic Goods Administration – ovvero l’agenzia governativa del farmaco australiana – ha dunque deciso si approvare l’uso di ecstasy e psilocibina per la cura delle malattie su menzionate.

Si tratta del primo paese che ha deciso di autorizzare queste sostanze per uso terapeutico, a lungo studiate per gli effetti che possono avere sul cervello umano. Secondo l’agenzia australiana infatti in questo modo oggi si ha finalmente la possibilità non solo di curare pazienti resistenti con altri tipi di principi attivi, ma anche di recuperare decenni di approfondimento scientifico sul funzionamento interno della mente umana.

Claudia Anania

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