Quando si ha a che fare con il tumore del colon retto a salvarti la vita può essere un semplice screening.
Tra le neoplasie più diffuse c’è purtroppo il tumore del colon retto, la terza più diffusa tra gli uomini e la seconda nelle donne. Dal momento che la percentuale di sopravvivenza è poco più della metà, circa il 65% tra uomini e donne, è bene cercare non solo di fare un po’ di prevenzione ma anche di fare esami frequenti.
Esistono infatti degli screening da eseguire ciclicamente che possono salvarci la vita aiutandoci a tenere sotto controllo il quadro della situazione in modo molto efficace. Si tratta di una serie di procedure però e non soltanto di un esame singolo, per cui cerchiamo di capire bene quali sono tutti i passaggi da fare.
Tenete presente inoltre che la maggior parte di questi sono particolarmente raccomandati dai medici oltre i 50 anni, ma che ovviamente in caso di familiarità e simili è ovviamente possibile eseguirli anche più precocemente.
Questa neoplasia deriva solitamente dalla formazione di polipi intestinali (delle lesioni benigne), che solitamente richiedono moltissimo tempo prima di trasformarsi in veri e propri tumori. Anche per questo sottoporsi agli screening è essenziale. Per quanto riguarda le cause che possono portare alla loro formazione è bene sapere che purtroppo spesso la chiave è l’alimentazione. Esistono però anche fattori come ereditarietà da tenere presente ma anche vizi come il fumo, uno stile di vita eccessivamente sedentario e malattie che comportano infiammazione cronica intestinale.
Purtroppo spesso non esiste una sintomatologia specifica da poter ricondurre a questa patologia. Esistono però dei casi in cui si possono verificare delle perdite di sangue – che si mescolano con le feci – ma anche stanchezza cronica e mancanza di appetito, anemia e diarrea.
Dal momento che spesso è possibile rendersi conto della presenza di un tumore al colon retto a causa del sangue nelle feci, uno dei primi esami da fare è proprio l’esame occulto di quest’ultime, da eseguire ogni 2 anni dopo i 50 anni. Si procede raccogliendo un campione a casa e poi portandolo in laboratorio, dove sarà analizzato dai tecnici.
In alternativa a questo test è possibile effettuare anche la rettosigmoidoscopia, da fare una volta sola dopo i 58 anni. In questo caso abbiamo a che fare con un esame endoscopico che permette di visualizzare l’ultimo tratto dell’intestino, ovvero la zona dove solitamente si formano i tumori in quest’organo.
Ciclicamente si può anche fare la colonscopia per poter valutare la salute del retto. In questa sede, se si dovesse confermare la presenza di polipi spesso è possibile rimuoverli direttamente senza dover attendere un nuovo appuntamento dal medico. Una volta rimossi però devono essere analizzati per intraprendere un eventuale percorso specifico.
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