Oggi il sangue artificiale potrebbe rappresentare davvero una valida alternativa la trasfusione tradizionale: cosa dice un recente studio.
Nonostante i dati in merito alle donazioni di sangue siano particolarmente positivi nel nostro paese e nel resto del mondo, il fabbisogno è purtroppo sempre più elevato del previsto. Pertanto sono necessari altri tipi di soluzione per poter arginare il problema.
Un recente studio ha dunque posto l’accento proprio sulle alternative che abbiamo a disposizione, mettendo in luce la possibilità di utilizzare il sangue artificiale per le trasfusioni in ospedale. Una soluzione che potrebbe aiutare le strutture che si trovano in gravi difficoltà sotto questo profilo.
Vediamo dunque cosa dice il report proposto dai ricercatori della the University of Maryland School of Medicine a tal proposito.
Non è possibile parlare per tutto il resto del mondo ma ogni anno il Ministero della Salute italiano fornisce i dati in merito ai donatori di sangue. Gli ultimi dati diffusi sono relativi al 2021 e sembrano essere piuttosto positivi. Rispetto allo stesso periodo del 2020 infatti, sono stati circa 30.000 in più – circa 1.653.270, con il 92% del totale rappresentato da donatori iscritti alle associazioni di volontari e ben 268.000 nuovi donatori.
Un trend sicuramente positivo, nonostante non si sia tornati ancora ai livelli pre-covid, che mostra dunque un certo impegno a livello sociale da parte degli italiani. Purtroppo come anticipato non sempre il quantitativo di sangue donato è sufficiente per soddisfare il fabbisogno degli ospedali e pertanto è necessario intervenire con sistemi alternativi che possano arginare il problema.
Per tamponare dunque l’emergenza dovuta al disperato bisogno di sangue negli ospedali, i ricercatori della University of Maryland School of Medicine stanno mettendo a punto un’ottima alternativa ovvero del sangue intero biosintetico. Questo può addirittura essere riutilizzato per facilitarne sia il trasporto che la conservazione.
Per arrivare a questo eccezionale risultato i ricercatori hanno intenzione di utilizzare piattaforme sperimentali all’avanguardia e l’intelligenza artificiale per poter testare il prodotto in modo tale da essere sicuri che non possa rappresentare un rischio per la salute dei pazienti. All’interno di questo prodotto, riferiscono i ricercatori, vi saranno diversi componenti bioartificiali e sintetici in grado di fornire ossigeno, arrestare il sanguinamento, ripristinarne il volume come nel caso delle trasfusioni classiche.
Sebbene dunque le procedure da effettuare siano ancora molte prima di poter rilasciare sul mercato questo tipo di prodotti, rappresenta al momento l’unica speranza di poter intervenire sulla crisi di donazioni di sangue che rischia di mettere in ginocchio il sistema sanitario di diversi paesi.
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