Fai molta attenzione perché potresti non sapere di essere un paziente camaleonte, ecco quali sono i sintomi.
Ad oggi purtroppo sono ancora moltissime le patologie che richiedono moltissimo tempo per essere diagnosticare, soprattutto quando si è in presenza di sintomi non comuni o aspecifici – ossia abbastanza generici per essere scambiati i primi campanelli d’allarme di un’altra patologia.
Una simile situazione è particolarmente rischiosa quando abbiamo a che fare con problemi che possono compromettere in modo definitivo il benessere del nostro organismo o che possono portare a gravissimi esiti.
Nel caso di un disturbo in particolare – per il quale la diagnosi non è sempre semplicissima – si può parlare di “paziente camaleonte“, ovvero una situazione in cui il soggetto colpito non sa di avere quella specifica patologia proprio a causa di sintomi atipici. Vediamo dunque di cosa di tratta e cosa dobbiamo fare in questo caso.
Non sempre, insomma, le patologie si presentano con sintomi classici e questo può essere decisamente rischioso – soprattutto perché, se si ha a che fare con malattie gravi, la diagnosi precoce può aiutare a migliorare le aspettative di vita o anche solo la sua qualità. Quando, nello specifico, si ha a che fare con problemi come la celiachia, i soggetti con sintomi atipici che non sono riusciti ad ottenere ancora una diagnosi vengono chiamati pazienti camaleonte.
Come sottolineato da Marco Milano, coordinatore del Comitato Scientifico di Air, ad oggi si stima che solo il 30% degli effettivi intolleranti al glutine abbia ricevuto una diagnosi corretta – a fronte di un totale di ben 600.000 celiaci. Dal momento che questo disturbo cronico può esporre a gravissimi rischi, è dunque quanto mai essenziale fare campagna di sensibilizzazione tra la popolazione e istruire i medici su quali siano i sintomi meno comuni – ovvero osteoporosi e infertilità.
Per celiachia intendiamo una reazione immunitaria anomala quando si assume glutine – situazione che a lungo andare può produrre una grave infiammazione che danneggia il rivestimento dell’intestino (soprattutto quello tenue) e impedisce di fatto l’assorbimento di alcuni nutrienti essenziali. Si tratta di una patologia multifattoriale che può dipendere da fattori ambientali (ovvero l’infezione di un virus intestinale durante l’infanzia) ma anche fattori fisiologici e genetici.
I sintomi più comuni cono diarrea e gonfiore addominale, crampi, perdita di peso e meteorismo ma non sono rari i casi in cui si presentino manifestazioni extra-intestinali come anemia, debolezza muscolare, afte e cefalea fino ad arrivare alle su menzionate osteoporosi e infertilità. Per poter ottenere una diagnosi certa, è necessario sottoporsi ad esami come quello del sangue ma anche gastroscopia e biopsia al livello del duodeno.
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