Moltissime patologie possono essere risolte grazie alla Pet Therapy, ovvero la convivenza con un animale, ecco qual è il “migliore” per la cura.
Moltissimi studi hanno confermato l’utilità della Pet Therapy nella risoluzione di problematiche di tipo psicologico, soprattutto quando si ha a che fare con problemi come sbalzi di umore o depressione. Convivere con un animale però può apportare importantissimi benefici anche sotto altri punti di vista.
Lo hanno dimostrato di recente i ricercatori australiani, che hanno analizzato i dati di alcuni soggetti con animali domestici ed effettuando dei test scoprendo davvero l’incredibile. Sembra però che alcune specie possano aiutare più di altre in questo processo.
Vediamo dunque qual è l’animale maggiormente consigliato e in che modo conviverci può agire sul nostro organismo.
Ancora oggi purtroppo non si parla abbastanza della Pet Therapy, uno strumento essenziale ideato dallo psichiatra infantile Boris Levinson nel 1964 dopo aver notato gli effetti positivi su un paziente autistico che conviveva con un cane. In genere è utilizzata per stimolare la sfera emotiva dell’individuo, permettendogli di facilitare l’apertura verso il mondo esterno.
Essenzialmente si basa sulla possibilità per il paziente di interagire con un interlocutore che a tutti gli effetti non lo giudica in alcun modo – ed è per questo che diventa particolarmente essenziale nel trattamento di problematiche di tipo psicologico. Questo tipo di approccio infatti è in grado di ridurre anche i livelli di ansia, ridurre il battito cardiaco e rilasciare ormoni come endorfine e dopamina (responsabili del buon umore). Ad oggi però è utilizzata anche nei pazienti adulti che spesso si sentono soli o in stato di isolamento – ad esempio nel caso di anziani che si trovano in ospedale o in casa di cura.
Nonostante convivere con qualsiasi tipo di animale possa portare enormi benefici, un recente studio condotto in Australia ha dimostrato che le caratteristiche del gatto lo rendono particolarmente adatto allo svolgimento della Pet Therapy. Analizzando i dati di oltre 4.000 persone ha infatti dimostrato che chi possiede un felino è meno soggetto a problematiche di varia natura.
In particolare si riduce il rischio di infarto ma anche – secondo quanto riportato dall’Università della Pennsylvania (che ha condotto uno studio molto simile) – si riducono anche problemi come mal di testa, raffreddori e mal di schiena, senza contare che i proprietari sono anche più estroversi e aperti a fare nuove esperienze.
La motivazione alla base, secondo gli studi menzionati, sarebbe nel calore generato dall’animale quando si “accoccola” al nostro fianco ma anche la possibilità di accarezzarlo e ascoltare le sue fusa sarebbe in grado di influire soprattutto sulla frequenza cardiaca e sulla pressione arteriosa.
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