Allarme Farmaci, troppo pochi e irreperibili: interviene l’UE
Non si arresta purtroppo l’allarme per la carenza di farmaci e alla fine l’UE è stata costretta ad intervenire.
Da mesi ormai l’Italia e tutti i paesi dell’Unione europea hanno iniziato a fare i conti con il gravissimo problema della carenza di medicinali nelle farmacie. Una situazione gravissima in cui si segnala la difficoltà nel reperire anche i farmaci più semplici come quelli antinfluenzali.
All’appello, secondo gli ultimi dati, mancherebbero in media oltre 200 medicine, ma in alcuni Paesi hanno segnalato la difficoltà nel fornire più di 600 prodotti in totale. Proprio per questo è stato necessario infine l’intervento dell’Unione europea, che ha analizzato il fenomeno nel dettaglio.
Vediamo dunque qual è il fattore scatenante di questa preoccupante carenza e, soprattutto, come possiamo correre ai ripari.
Farmaci irreperibili, cosa sta accadendo
Da mesi, insomma, si segnala la carenza di medicinali nelle farmacia – passando dagli antinfluenzali finanche ad antinfiammatori, antipertensivi e neurolettici. Una situazione chiaramente preoccupante, soprattutto perché alcuni di questi sono essenziali nel trattamento di determinate patologie. Sulle prime la “colpa” è stata imputata prevalentemente all’allarmismo che si è manifestato tra la popolazione in merito all’inizio della stagione delle influenze, per cui molti sono corsi in farmacia per fare scorta, ma realtà è in parte diversa.
Secondo quanto spiegato dalla Commissione europea, che proprio in queste ore ha deciso di intervenire commentando la situazione e fornendo qualche indicazione, sono da mettere sotto esame anche la riduzione della capacità produttiva oltre ad un aumento della richiesta – per cui il problema è da analizzare sia sotto il profilo della domanda ma anche dell’offerta.
Quest’ultima purtroppo è strettamente legata alla dipendenza dell’Europa alle importazioni – il 60% dei principi attivi utilizzati per questi rimedi farmacologici proviene dalla Cina (circa il 45% dei medicinali in commercio in UE è prodotto al di fuori dell’Unione). Dal momento però che negli ultimi mesi la Cina è stata “bloccata” dalle misure anti-Covid si ha una difficoltà nel produrre ed esportare verso gli altri paesi. Infine non si può ignorare anche che le attuali leggi sui brevetti in Europa prevede una protezione sulle ricette dei farmaci di circa 20 anni, motivo per cui ad oggi molte aziende europee a produrre altrove.
Mancanza di farmaci in Europa, la proposta di Bruxelles
L’unico modo per riuscire a superare questo problema, secondo la Commissione europea, è far fronte a queste due problematiche rimpatriando la produzione di medicinali sul nostro territorio – o, per essere precisi, sul territorio europeo – cercando anche di omologare i processi per le autorizzazioni tra i Paesi membri.
Una situazione sulla carta assolutamente condivisibile ma che in concreto rischia di rimanere solo un progetto, dal momento che bisogna considerare che la su menzionata delocalizzazione delle competenze sfruttate fino ad oggi non rende immediatamente disponibile per tutti i paesi il rimpatrio e che dunque servirebbe investire nella formazione allungando notevolmente il processo verso la risoluzione. Una sfida, dunque, che richiederà moltissimo tempo per essere vinta.