Scompenso cardiaco, nuovo farmaco a disposizione dei medici: finalmente la svolta
Finalmente è disponibile un farmaco innovativo per lo scompenso cardiaco. Tutti i dettagli.
Lo scompenso cardiaco è quella patologia per la quale il cuore manifesta una minore capacità di pompare il sangue nelle arterie. È in definitiva come una sorta di stanchezza manifestata dal cuore.
È inoltre una patologia che andrebbe opportunamente trattata. Ora, vi è un farmaco già approvato e di prossima introduzione che promette di rivoluzionare i comparti sanitari dedicati a queste cure. Scopriamo i dettagli della novità.
Lo stato di avanzamento della ricerca per lo scompenso cardiaco
Già da tempo si pronosticava un avanzamento in termini di risultati derivanti dalla ricerca scientifica. Presso il Congresso della Società Italiana di Cardiologia, di alcune edizioni fa, si riportava tale previsione. Si pensi che lo scompenso cardiaco è la causa principale di ricovero per gli over 65.
Pare che ora la situazione possa finalmente cambiare, grazie all’approvazione d’estensione terapeutica per un farmaco già trattato per altre patologie. La delibera in oggetto è arrivata in seno alla Commissione Europea. Il dapagliflozin, questo il nome del farmaco, era già usato per il trattamento dello scompenso cardiaco sintomatico.
L’allargamento nell’uso
Questo farmaco vuole essere utilizzato anche per i pazienti con frazione di eiezione lievemente ridotta. Il primo caso è quello con scompenso che si presenta con sintomi ben evidenti, l’altro ha invece manifestazioni molto più contenute. ma non per questo da prendere sottogamba. La stessa forma può infatti portare a conseguenze fatali o a degenerare in scompenso sintomatico.
Dunque mancava un supporto specifico per questa forma. Da quanto è emerso da uno studio, il medesimo che ha condotto all’estensione di trattamento terapeutico, il progetto DELIVER1, i dati di riduzione del rischio si sono rivelati significativi.
Si tratta di una svolta molto importante per le tutte le persone che soffrono di queste patologie. In particolare il rischio di mortalità causata dalla malattia cardiovascolare viene ridotta del 18%, così come anche il rischio di degenerazione patologica.