La battaglia di Giovanni Allevi, colpito di recente da un gravissimo problema di salute, è senz’altro durissima e ad oggi si teme il peggio.
Sono diversi infatti gli esperti intervenuti in queste settimane per commentare la notizia della gravissima malattia che ha colpito l’artista, motivo per cui al momento si è ritirato in un certo senso dai social e sembra essere anche meno presente sulla scena.
Le sue condizioni, stando ai recenti aggiornamenti che si sono diffusi a macchia d’olio sul web, non sono purtroppo dei più incoraggianti e parlano dunque di un quadro abbastanza complicato per il musicista marchigiano.
A fare chiarezza sulla sua malattia è infine intervenuta anche la professoressa Flaminia Coluzzi, del Sant’Andrea di Roma – che nel corso di alcune interviste ha cercato di spiegare nel dettaglio quale sia il problema che ha colpito Allevi.
Nelle ultime settimane è rimbalzata la notizia della grave malattia che ha colpito Giovanni Allevi, ovvero il mieloma multiplo – una patologia oncoematologica che aggredisce le plasmacellule del midollo osseo. Si tratta di una condizione molto grave, per cui vengono stimolati gli osteoclasti – responsabili della demolizione del tessuto osseo e dunque della frattura delle ossa stesse. Una condizione che, come hanno riportato i giornali nelle ultime settimane, all’artista causerebbe dolori intensi mentre suona, motivo per cui ha dovuto fare un passo indietro.
Come ha spiegato la professoressa Flaminia Coluzzi nel corso si un intervento diffuso anche su superabile.it (associato ad INAIL), ad oggi purtroppo non esiste uno screening per poter diagnosticare tempestivamente la patologia e pertanto in genere il paziente di accorge della propria condizione solo in seguito alla frattura di un osso colpito. Ad ogni modo, come riportato anche dal sito dell’associazione italiana per la ricerca sul cancro, ad oggi sono diverse le terapie utilizzate per poter affrontare la patologia; cerchiamo di capire quali.
Partiamo innanzitutto con il dire che se il mieloma multiplo non cresce attivamente non si mette in atto un vero e proprio trattamento, riservato dunque solo ai pazienti che hanno una malattia definita sintomatica (ovvero con la presenza di segni attivi). In questo caso infatti si procede con i chemioterapici classici, a cui di recente si sono aggiunti anche gli inibitori del proteasoma. Nel caso in cui questo percorso non si riveli efficace, si può tentare anche con gli anticorpi monoclonali.
Come riferisce anche la professoressa Coluzzi, invece, Giovanni Allevi al momento si sta sottoponendo anche ad una terapia del dolore – essenziale per poter affrontare i disturbi dati dalla patologia: “nonostante le buone possibilità di un trattamento ematologico, i pazienti possono fin da subito soffrire di dolori piuttosto severi dal punto di vista osseo – ha spiegato nel suo intervento – e pertanto è consigliabile riferirli immediatamente ad un centro di terapia del dolore“.
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