Cosa succede se bevi lo stesso il latte dopo la sua scadenza? Facciamo chiarezza sui rischi che possiamo correre.
Leggere le informazioni riportate sull’etichetta dei prodotti alimentari è essenziale per preservare la nostra salute – soprattutto quando abbiamo a che fare con problemi come intolleranze ed allergie. Oltre gli ingredienti però è altrettanto essenziale anche leggere la data di scadenza, soprattutto in caso di particolari alimenti che possono inacidire.
È il caso del latte e dei prodotti che lo contengono, per cui è necessaria un’attenzione in più per evitare problemi di tipo gastrointestinale. Ma cosa succede esattamente se lo beviamo lo stesso oltre la data di scadenza?
Cerchiamo di fare luce su questo punto esponendo al meglio i rischi che si corrono nel caso in cui il latte sia scaduto da qualche giorno.
Partiamo innanzitutto con il dire che in via del tutto generale dovremmo sempre prestare attenzione alle informazioni riportate sull’etichetta dei prodotti che acquistiamo, soprattutto quando si ha a che fare con prodotti freschi che riportano la dicitura “da consumarsi entro” con annesso giorno, mese e anno di scadenza.
In alcuni casi però è possibile essere un po’ più elastici, dal momento che in 24-48 ore il cibo in questione non diventa tossico o immangiabile. In particolare ci riferiamo al latte fresco, per cui solitamente la scadenza è fissata entro 7 giorni dal confezionamento. Chiaramente è possibile consumarlo entro i due giorni successivi solo ed esclusivamente se il prodotto è stato conservato bene nel frigo domestico.
Attenzione però a non oltrepassare quel limite, perché se il latte è scaduto da molto tempo può provocare – come anticipato – problemi di tipo gastrointestinale come nausea, vomito, diarrea e dolori addominali piuttosto intensi ma anche febbre (indice di un’infezione in corso).
In genere è facile capire quando un latticino, al gusto, è ormai guasto perché presenta un’acidità più elevata del normale. Ma come possiamo capire se è scaduto senza assaggiarlo? Nel caso specifico del latte fresco in realtà è molto semplice, perché un prodotto che ha iniziato a guastarsi è solitamente caratterizzato dalla presenza di grumi al suo interno. In ogni caso però, se sentite un sapore anche leggermente diverso dal solito vi sconsigliamo di berlo – a prescindere dalla brevità della scadenza.
Per quanto riguarda invece altri prodotti come lo yogurt, sappiate che è possibile consumarlo anche dopo 7-10 giorni oltre la data di scadenza – l’unico inconveniente è che potrebbe essere più acidulo del solito a causa dei pochi fermenti lattici vivi. Dal momento dunque che non possiamo fare affidamento sull’acidità del prodotto, in questo caso dovremmo fare attenzione alla presenza eccessiva di liquido in superficie e ad una consistenza quasi cagliante verso il fondo.
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