Tra le patologie più delicate che possono colpire una donna c’è senza dubbio il tumore post gravidanza, ecco i segnali preoccupanti.
Purtroppo anche un momento particolarmente emozionante come la gravidanza e la nascita di un bambino può essere segnato da problemi di salute piuttosto importanti e gravissimi per la neomamma, come alcune forme tumorali che si formano proprio in conseguenza alla gestazione.
Si tratta di una patologia davvero delicata, soprattutto perché arriva in un momento in cui il corpo è già messo a dura prova dai cambiamenti fisici e dallo sforzo a cui si è sottoposte durante il parto. Proprio per questo è bene cercare di capire quali siano i campanelli d’allarme che una donna dovrebbe tener presente per poter intervenire tempestivamente.
Scopriamo allora in cosa consiste esattamente il tumore post gravidanza, qual è l’incidenza all’interno della popolazione femminile e quali sono i segnali più allarmanti.
Con tumore post gravidanza si intende un coriocarcinoma di origine gestazionale, ovvero una patologia che può originarsi in seguito ad un parto (sia normale che extrauterino) ma anche in seguito alla formazione della mola vescibolare. Quest’ultima è una forma pre-tumorale solitamente benigna del tumore del trofoblasto – ovvero il tessuto da cui il feto trae nutrimento.
Bisogna però sottolineare che si tratta di una forma molto rara di tumore – le stime parlano di un caso ogni 24-45.000 gravidanze. Nonostante ciò è bene non sottovalutarlo, dal momento che si tratta di una patologia molto delicata per la neomamma. Per quanto concerne i sintomi, la mola vescibolare in genere è asintomatica, ma può presentare problemi come perdita ematica (che sulle prime può far pensare ad un aborto spontaneo) ma anche nausea e vomito, cisti ovariche e le dimensioni dell’utero fuori scala rispetto alla settimana di gestazione.
La sintomatologia del tumore post gravidanza invece è legata piuttosto alle metastasi che si possono formare, per cui legata all’organo colpito: se ha raggiunto i polmoni si avrà tosse e difficoltà a respirare, mentre si manifestano problemi come vomito, mal di testa e paralisi se è arrivato al cervello.
In presenza di questi sintomi dunque è bene rivolgersi subito ad un medico per valutare ulteriori analisi; in genere i tumori del trofoblasto possono portare il soggetto colpito ad avere dei valori estremamente alti di gonadotropina corionica (ovvero i beta HCG), l’ormone della gravidanza. In questo caso si procede con la biopsia e con esami di diagnostica per immagini come l’ecografia transvaginale e la radiografia per capire quanto si sia diffuso il tumore.
Nella maggior parte dei casi si opta per un percorso di chemioterapia, anche in caso di metastasi. Ad oggi per fortuna, se preso per tempo, la percentuale di pazienti guarite è molto alto per cui non è necessariamente una sentenza di morte e, inoltre, non comporta infertilità – per cui la paziente potrà avere in futuro altri bambini.
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