Lo sapevi che l’epilessia può colpire anche i nostri amici a quattro zampe? Impara a intervenire efficacemente.
L’epilessia, è un disturbo che può colpire non solo gli esseri umani, ma anche i nostri amati animali domestici. Sebbene spesso l’attenzione sia rivolta alle persone che affrontano questa condizione, è importante ricordare che anche i nostri compagni pelosi possono essere vulnerabili agli attacchi epilettici.
Questo sorprendente legame ci spinge a indagare sulle sfide che gli animali con epilessia affrontano e sulle misure che possiamo adottare per aiutarli.
Impariamo allora a conoscere le cause dell’epilessia negli animali, i sintomi e i diversi approcci per intervenire efficacemente. È importante riconoscere tutto questo per poter fare la differenza nella vita dei nostri amici a quattro zampe affetti da questa condizione.
Le crisi epilettiche sono una delle più comuni manifestazioni neurologiche nel cane e nel gatto. Esse sono il risultato di un’attività neuronale ipersincrona a livello della corteccia cerebrale, caratterizzata da un’eccessiva, disordinata e spesso autolimitante attivazione delle cellule coinvolte. In condizioni normali, i neuroni svolgono la loro attività grazie alla partecipazione di cellule di supporto, al rilascio di neurotrasmettitori eccitatori ed inibitori, e a un corretto equilibrio di elettroliti e ossigenazione. Tuttavia, anomalie in tali fattori possono causare un’attivazione incontrollata delle cellule neuronali, che trasmettono lo stimolo elettrico ad altri gruppi di neuroni.
Le crisi epilettiche si manifestano con sintomi quali convulsioni, perdita di coscienza, movimenti involontari e alterazioni comportamentali. La diagnosi e il trattamento richiedono un’accurata valutazione veterinaria e possono coinvolgere terapie farmacologiche per controllare le crisi e migliorare la qualità di vita dell’animale affetto.
Le crisi epilettiche generalizzate sono spesso rilevate nel cane e nel gatto e coinvolgono entrambi gli emisferi cerebrali. I sintomi associati a queste crisi includono perdita di coscienza e di equilibrio, contrazioni muscolari tonico-cloniche, movimenti di pedalamento, dilatazione delle pupille, possibile produzione eccessiva di saliva e perdita di controllo delle urine e delle feci. L’identificazione di tali episodi avviene attraverso la ripetizione dei sintomi nello stesso individuo, indicando l’attivazione dello stesso gruppo di neuroni, e mediante l’osservazione delle diverse fasi caratteristiche di queste crisi epilettiche.
La fase prodromica può durare ore o giorni, mostrando cambiamenti comportamentali dell’animale. Segue un’aura breve e agitata, segnale di un’imminente crisi. La fase ictale è caratterizzata dalla convulsione, che dura da 30 secondi a 3 minuti. Infine, la fase post-ictale può durare ore o giorni e si manifesta con disorientamento, perdita di coordinazione, cecità temporanea e aumento dell’appetito.Quando la durata delle crisi supera i 5 minuti o si verificano due o tre eventi nell’arco di mezz’ora senza che l’animale si riprenda, si parla di stato epilettico, che rappresenta un’ emergenza e richiede un’azione immediata poiché può causare danni neurologici gravi.
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