La perdita di coscienza dello svenimento può comportare danni non indifferenti. Ecco cosa puoi fare nei secondi precedenti allo svenimento.
Lo svenimento, conosciuto anche come perdita di coscienza breve o sincope non è una condizione grave se è di natura circolatoria, dovuta ad un calo pressorio, ma presta attenzione nel caso in cui le motivazioni fossero di natura cardiaca. La perdita di coscienza è seguita da un risveglio spontaneo e un rapido recupero delle funzioni psico-fisiche. Quando si crolla, durante lo svenimento, si ha una perdita del controllo del tono muscolare e della postura: la persona in quei momenti non ha tonicità e appare immobile. Vediamo insieme quali sono i segnali premonitori.
Esistono sintomi ben precisi che precedono uno svenimento. In realtà, possono variare da persona a persona e sono del tutto soggettivi, ma alcuni segnali sono in comune a tutti: nausea, debolezza, sbadigli, visione offuscata, sudorazione e sensazione di leggerezza alla testa. La sensazione di debolezza è un grande segnale di svenimento imminente, in combo a vertigini, sensazione di gambe pesanti e testa leggera. Il secondo sintomo è la nausea, accompagnata da una sensazione di malessere allo stomaco e da una sudorazione improvvisa e abbondante.
In pochi attimi, la vista è offuscata e si restringe come un tunnel e il pallore sul viso è evidente. Alcune persone percepiscono freddo o caldo intenso, negli attimi prima.
Le principali cause della sincope possono essere disparate e dipendono da vari fattori. Tra le cause abbiamo: la ridotta circolazione sanguigna, la diminuzione temporanea del flusso sanguigno al cervello, situazioni di forte stress emotivo (ansia e paura intensa), disidratazione, effetti collaterali ai farmaci, ipoglicemia. Altre cause possono essere collegate a problemi cardiaci, come aritmie, malattie delle valvole cardiache o problemi strutturali del cuore possono causare uno svenimento. Tra le cause meno frequenti troviamo problemi legati a disturbi neurologici, squilibri elettrolitici o carenza di nutrienti specifici. Consigliamo, a prescindere dalla causa, di contattare e consultare il medico per ottenere una valutazione adeguata alla problematica, all’eziologia e all’eventuale farmacologia da adottare.
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