Caldo rovente, i pronto soccorso si riempiono: massima attenzione
Il forte caldo ha messo in ginocchio tutta l’Italia. Gli ospedali sono pieni di pazienti: scatta il piano di emergenza.
Svenimenti, colpi di sole, debolezza estrema: questi sono tutti i sintomi che il forte caldo comporta. Sull’Italia intera è arrivata l’ondata del caldo africano: l’alta pressione sarà tra le più intense dell’estate 2023. Le temperature da bollino rosso e nero riguardano tutto lo stivale. E mentre una piccola pausa di piogge, grandine e fresco interesserà il Nord, al Centro e al Sud si attende un weekend infuocato. Le raccomandazioni sono ancora più importanti sono rivolte a coloro che vivono da soli e che fronteggiano patologie come diabete, ipertensione e problemi cardiaci. L’obiettivo comune è quello di abbattere al minimo i rischi. Come? Rimani al sicuro in casa durante le ore più calde, specie tra le 12 e le 18, evita lavori in giardino o nell’orto e bevi tanta acqua per garantire una adeguata idratazione.
Ospedali colmi di pazienti
Solo nella giornata di ieri, 10 persone si sono recate al Pronto Soccorso in provincia di Treviso. A Montebelluna, un autista di camion ha avuto un malore mentre stava scaricando la merce dal suo furgone. Gli altri episodi di malessere hanno colpito anziani di oltre 75 anni, molti dei quali stavano lavorando in giardino. I signori hanno accusato una perdita di energia e, sentendosi senza forze, si sono accasciati per terra al suolo. Per fortuna non si trattava di colpi di calore, che possono avere conseguenze molto gravi, ma di episodi di pre-sincopi. Questi casi si sono verificati principalmente nelle zone di Treviso, Conegliano e Oderzo.
Il piano di emergenza per gestire al meglio il caldo
Nelle scorse ore è stato attivato il piano di emergenza per affrontare il caldo. L’Azienda Sanitaria Locale ha attivato un sistema di interventi coordinati che coinvolge il dipartimento di prevenzione, le unità di cure primarie e l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), insieme ai sindaci, agli operatori sanitari, alle case di riposo e alle associazioni di volontariato. La massima attenzione è rivolta ai circa 105.000 anziani con più di 75 anni che risiedono nella provincia di Treviso. Le raccomandazioni sono fondamentali per evitare gravi conseguenze.