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Alzheimer: i nuovi farmaci trionfano anche nel primo test umano

I nuovi farmaci sull’Alzheimer hanno superato con successo la prima fase di test sugli esseri umani. Studi preclinici avevano già dimostrato che il farmaco poteva migliorare la memoria e altri sintomi della malattia di Alzheimer già nelle cavie, ovvero topi anziani.

La soddisfazione dei ricercatori

A sviluppare il farmaco sono stati i ricercatori del Forschungszentrum Jülich e Heinrich Heine University Düsseldorf, entrambi in Germania. Un farmaco che per ora, porta il nome PRI-002.

Il PRI-002 elimina gli oligomeri beta-amiloidi tossici, le proteine ​​auto-replicanti che gli scienziati sospettano siano la causa del progresso della malattia di Alzheimer.

Il team aveva precedentemente dimostrato che il farmaco poteva ridurre significativamente segni e sintomi in topi geneticamente modificati.

Nel successivo studio clinico di fase 1, completato di recente, volontari sani hanno assunto dosi giornaliere di PRI-002 per 4 settimane. I risultati mostrano che il farmaco vale anche per l’uso umano.

Il prossimo passo della ricerca

“Il nostro prossimo obiettivo è la dimostrazione dell’efficacia nei pazienti”, afferma il Prof. Dr. Dieter Willbold, direttore dell’Istituto di biochimica strutturale del Forschungszentrum Jülich e dell’Istituto di biologia fisica dell’Università Heinrich Heine di Düsseldorf.

Lui e i suoi colleghi hanno in programma di perseguire la fase successiva della sperimentazione clinica attraverso Priavoid, una società privata che loro e altri ricercatori di centri di ricerca hanno istituito nel 2017 per sviluppare farmaci per il trattamento di gravi condizioni neurologiche.

Le dosi giornaliere somministrate per via orale fino a 320 milligrammi di PRI-002 hanno dimostrato grande tollerabilità e sicurezza.

Negli studi preclinici, il team è stato in grado di dimostrare che i topi con sintomi simili all’Alzheimer avevano un miglioramento delle prestazioni cognitive dopo il trattamento con PRI-002. Questo è quanto afferma la dottoressa Janine Kutzsche, uno scienziato che lavora al fianco del professor Willbold.

La speranza della ricerca è che il passo seguente possa esser quello di commercializzare il farmaco, a seguito di ulteriori test.