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Ecodoppler: come si fa e a cosa serve

L’ecografia Doppler, comunemente conosciuta come ecodoppler, è un esame che viene utilizzato per lo studio dei vasi sanguigni e per valutare la situazione anatomica e ematica al loro interno. Si tratta di un esame assolutamente ripetibile, dal momento che non presenta rischi, non è assolutamente invasivo e – soprattutto – è indolore. L’esame, che ha una grande validità da tantissimi anni in ambito medico, prende il suo nome dall’effetto fisico che lo alimenta, l’effetto Doppler. 

Che cos’è l’ecodoppler: come si fa

L’ecodoppler è un esame che, da circa un trentennio, viene utilizzato in medicina con ottimi risultati e con grande considerazione da parte della classe medica. I motivi sono molteplici, ma risiedono soprattutto nell’accuratezza del sistema (che si basa sul principio fisico dell’effetto Doppler, che verifica le variazioni del suono in relazione alla velocità) e nella totale assenza di rischio e dolore derivante dall’esame.

In effetti, l’ecodoppler è un esame per nulla invasivo, che non provoca rischi di nessun tipo e non fa avvertire il benché minimo dolore al paziente. Esso si basa sull’utilizzo di una sonda che, applicata all’esterno della cute, fornisce tutte le informazioni di cui si ha bisogno.

Come si effettua l’ecodoppler

Il funzionamento dell’ecodoppler è analogo a quello di una normale ecografia, a cui si aggiunge poi il principio fisico dell’effetto Doppler: esso, in ambito strettamente medico, riesce a studiare la velocità e la direzione del flusso sanguigno, per evidenziare i parametri richiesti (come morfologia o funzionalità dei vasi sanguigni).

Attraverso l’applicazione di una sonda è possibile ottenere immagini ecografiche che, poi, tramite l’aggiunta di colore evidenziano quanto richiesto dall’esame stesso. Esistono tre tipi di ecodoppler: Ecocolordoppler, Power Doppler e Flussimetria Doppler.

Ecocolordoppler

L’ecocolordoppler è il tipo di ecodoppler più diffuso e viene utilizzato per studiare la struttura vascolare. Tramite un calcolatore, avviene una colorazione che serve a studiare il movimento, la velocità e la direzione del flusso sanguigno.

Tramite la tipica colorazione è possibile fare alcune considerazioni: il colore rosso viene utilizzato, di solito, per le strutture che sono in avvicinamento alla sonda, mentre quello blu per le strutture in allontanamento dalla stessa. Grazie alla tecnologia dell’ecocolordoppler è possibile rilevare stenosi arteriose e venose, insufficienza venosa cronica, aneurismi o altre patologie. 

Power Doppler e flussimetria Doppler

Il Power Doppler si basa su una tecnologia analoga a quella dell’ecocolordoppler, ma finalizzata a studiare l’energia derivante dalla frequenza delle strutture analizzate. Esulando dallo studio di velocità e direzione del flusso, quindi, si prendono in analisi situazioni in cui è presente una lesione particolare complessa, o altre vascolarizzazioni interne ad un organo.

Quanto alla flussimetria Doppler, essa serve ad evidenziare casi di stenosi, grazie all’analisi specifica dell’andamento del flusso.

A che cosa serve l’ecodoppler

L’ecodoppler è un esame specifico che permette di avere informazioni sui vasi esaminabili. Le informazioni riguardano, essenzialmente, la morfologia (struttura, parete o decorso) e informazioni funzionali (come flusso, velocità e direzione) degli stessi. Attraverso l’esame è possibile studiare i vasi sanguigni di collo, addome e arti, mentre per quelli toracici e intracranici l’esame è pressoché inutile.