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Il fumo aumenta il rischio di diabete

Tra le tante problematiche fisiche che possono insorgere nei fumatori incalliti c’è anche il diabete. Il rischio di incorrere in questa patologia, infatti, è più alto in coloro che non riescono proprio a liberarsi della sigaretta piuttosto che nei non fumatori. Stando a quanto emerso in un recente studio condotto presso la School of Medicine del Mount Sinai ed effettuato sui topi, la colpa sarebbe tutta della nicotina, che va a legarsi a dei recettori che sono in grado di controllare “da remoto” la capacità del pancreas di produrre un ormone come l’insulina, che regola lo zucchero nel sangue.

Sei fumatore? Rischi di sviluppare diabete: l’allarme in un recente studio

In sostanza, lo studio – che è stato pubblicato anche sull’autorevolissima rivista “Nature” – non fa altro che rivelare come la nicotina vada ad abbassare la quantità di insulina prodotta dall’organo, mettendo quindi in evidenza un rapporto diretto tra il fumo di sigaretta e il diabete.

Ma quanto sarebbe alto questo rischio? I Centers for Disease Control and Prevention statunitensi, negli ultimi tempi, hanno affermato che i fumatori hanno un rischio di diabete più alto del 30 – 40 % rispetto a coloro che non fumano.

Grazie all’impegno dei ricercatori della School of Medicine del Mount Sinai si è finalmente capito anche il perché. In breve, la nicotina attiva dei recettori chiamati ‘nAChR’ in una regione del cervello nota come “abenula”: questo meccanismo va a ridurre notevolmente la produzione e il rilascio del glucagone e della insulina da parte del pancreas.

Il diabete di tipo 2 in aumento nei giovani

In questo modo si ha un innalzamento della glicemia e questi sbalzi alla lunga portano alla comparsa del diabete. Francesco Purrello dell’Università di Catania e presidente della Società Italiana di Diabetologia ha confermato all’ANSA quanto emerso nello studio portato avanti dai ricercatori, ovvero che chi fuma ha un rischio più alto di sviluppare diabete.

Purrello sottolinea come nei giovani sia in aumento proprio il diabete di tipo 2, che in genere compariva solo in seguito ai 55 o 60 anni: una crescita determinata non solo dall’aumento del fumo nei ragazzi, ma anche ad una ridotta attività fisica nella popolazione giovanile.