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In cosa consiste la dieta DASH?

Quando c’è la salute, c’è tutto. Questo vecchio proverbio è più saggio e veritiero di quanto possa apparire ad una prima lettura. Purtroppo oggigiorno tendiamo troppo spesso a non prestare la giusta attenzione alla nostra salute, ed ai metodi più efficaci di prendercene cura, che nella maggior parte dei casi sono molto semplici.

Certamente l’aspetto dall’attività fisica è fondamentale, ma quello che può fare davvero la differenza è seguire una corretta alimentazione. Al giorno d’oggi insomma, è importante scoprire i fattori per vivere sani: è difficile riuscire a centrare l’obiettivo senza prestare attenzione a tutti gli aspetti. Negli ultimi anni, si è diffusa una nuova tipologia di alimentazione: la dieta DASH.

Ma in cosa consiste? I consigli alimentari sono ormai conosciuti ai più, quasi ripetitivi qualcuno potrebbe dire. Eppure non è così alta la percentuale di persone che effettivamente li segue, riuscendo a mantenere un regime alimentare corretto. I concetti di base, per tutti, sono piuttosto semplici: aumentare il consumo quotidiano di frutta e verdura possibilmente fresche, così come anche quello dei legumi (ceci, fagioli, piselli, fave e lenticchie).

Consuma regolarmente carboidrati e cereali, meglio se integrali. Bere ogni giorno acqua in abbondanza e al contrario controllare il consumo di alcolici. Limitare gli zuccheri, i grassi ed il sale.

La dieta DASH: che cos’è e quali sono le differenze?

I concetti cardine sono in linea generale questi, fermo restando che è sempre meglio seguire i consigli di un esperto. In particolare, è necessario rivolgersi a professionisti del settore nel momento in cui si volesse davvero dare il via ad un regime di dieta per intervenire sul proprio fisico, per farsi creare una tabella nutrizionale adatta alle proprie specifiche esigenze. Ad ogni modo, in che cosa la dieta DASH varia rispetto a questi principi generali?

Cominciamo con un’introduzione. DASH è l’acronico di Dietary Approaches to Stop Hypertension, ed indica un regime alimentare studiato e sviluppato dagli istituti per la salute statunitensi con l’obiettivo di combattere l’ipertensione, come indica il nome. Il fulcro di questa dieta è quindi creare benefici, in maniera maggiore rispetto alle alimentazioni classiche, al cuore di coloro che seguono questo regime alimentare. Il principio fondamentale della DASH è l’apporto giornaliero di sodio, che non deve mai superare i 2.300 mg.

Per raggiungere questo obiettivo, gli studi statunitensi consigliano di mangiare sì molta verdura, frutta e cereali integrali, ma anche latticini senza grassi, pollame, pesce, fagioli e noci. Il condimento più adatto all’organismo è rappresentato da oli vegetali, mentre ovviamente anche in questo caso vanno limitati i cibi ricchi di grassi saturi e le bevande dolci o zuccherate.

I risultati delle ricerche

Ma questa nuova dieta DASH, che ha iniziato a diffondersi solamente intorno all’inizio del 2018, funziona effettivamente? Le ricerche dimostrano i risultati positivi del regime nutrizionale che, inoltre, è stato inserito nella Top 3 delle diete sane raccomandate dalle linee guida dietetiche degli Stati Uniti dal 2015 al 2020: un “premio” spartito con due diete dalle origini molto più antiche, come quella mediterranea e quella vegetariana.

La dieta in questione divide le categorie di cibi consigliati, e fornisce un numero di porzioni che è raccomandato mangiare, quotidianamente o settimanalmente. Il fine è sempre quello di arrivare, attraverso l’assunzione di alimenti differenti, a raggiungere l’apporto energetico giornaliero di 2.000 chilocalorie ma senza superare quello di sodio, come spiegato.

Quali sono i risultati concreti della dieta DASH? Le ricerche e gli studi condotti hanno dimostrato che l’organismo umano beneficia di questo regime alimentare, e conseguentemente ottiene vantaggi anche in termini di salute a lungo termine. Ridurre l’ipertensione significa infatti prevenire enormemente, e limitare sensibilmente, le cause scatenanti di malattie cardiache o addirittura ictus.