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Orecchioni in bambini e adulti: sintomi e cure

Gli orecchioni vengono scientificamente detti come parotite. Si tratta di una malattia provocata da un virus.

I Sintomi

Per quando concerne i sintomi degli orecchioni, partiamo dall’assunto che la malattia viene incubata in un lasso di tempo che va da 14 a 25 giorni. Per cui prima di allora non si manifesta alcun sintonotmo. Al ventesimo giorno circa, prima del gonfiore è possibile avvertire alcuni malesseri (appartenenti alla cosiddetta fase prodromica). Essi includono :

  • febbre in genere non elevatissima che dura 3-4 giorni,
  • dolori muscolari,
  • mancanza di appetito,
  • sensazione di malessere e mal di testa.

Sicuramente però la prova schiacciante della contrazione di parotite è data dalla comparsa di gonfiore in una o in ambedue le ghiandole parotidi. Si tratta cioè delle ghiandole che secernono saliva e che sono situate tra l’orecchio e la mascella. In alcuni casi la parotite porta anche dolore, avvertito in particolare nel caso in cui si mangia, parla, mastica, beve bevande o succhi di frutta acidi (come il succo d’arancia).

La prima tranche del gonfiore è localizzata sotto l’orecchio. Tuttavia nel breve tempo tende a propagarsi verso il basso e in avanti entro 1-3 giorni.

Per i più fortunati, la malattia dura al massimo un paio di giorni, ma nella peggiore delle ipotesi può durare anche dieci. Ci sono casi in cui si presenta con sintomi e altri invece (quasi il 30%) in cui arriva all’improvviso e senza sviluppare alcun sintomo.

Proprio il fatto che spesso sia asintomatica spinge ad una confusione di diagnosi. Capita infatti che venga confusa con il gonfiore dei linfonodi del collo, infezione che di solito si ferma alla ghiandola e non tocca anche le orecchie.

La parotite negli adulti

Gli orecchioni in bambini e adulti si manifestano in maniera differente con conseguenze altrettanto diverse.

Sia negli adolescenti che negli adulti maschi la parotite può infatti provocare lo sviluppo di orchite, un’infiammazione dei testicoli. Questi ultimi si gonfiano e diventano doloranti dopo circa 7-10 giorni dal gonfiore delle parotidi. Altri sintomi sono:

  • febbre alta,
  • brividi,
  • mal di testa,
  • nausea, vomito
  • dolore addominale (a come confuso con l’appendicite se il testicolo interessato è il destro).

Dopo 3-7 giorni il rigonfiamento testicolare si attenua, con conseguente abbassamento della febbre. Pur coinvolgendo uno o ambedue i testicoli, la sterilità si verifica solo in casi del tutto remoti.

Per quanto concerne invece le donne, solo un caso su 20 può ammalarsi di infiammazione delle ovaie in caso di parotite. Il tutto accompagnato da

  • dolore addominale e/o pelvico,
  • febbre alta,
  • nausea.

Le possibili cure

Essendo la parotite provocata da un virus, utilizzate gli antibiotici non serve praticamente a nulla. La sola cosa che si può fare è cercare di alleviare i malesseri portati dai sintomi. Tutto finché il sistema immunitario del paziente non assuma i giusti mezzi per sconfiggere l’infezione. Pertanto meglio dedicarsi al riposo assumendo gli antidolorifici solo se necessario. Ai bambini si possono somministrare medicinali a base di paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan, …) o di ibuprofene (Antalfebal, Nurofen, …).

Il paziente dovrà a essere idratato di continuo, ma solo a base di acqua. Altri tipi di bevande potrebbero irritare le ghiandole parotidi. Al contempo si possono effettuare degli impacchi caldi o degli impacchi freddi, e somministrare alimenti privi di una complessa masticazione.

Nel caso di maschi adulti, se i testicoli si infiammano, il medico può prescrivere farmaci più forti per il dolore e il gonfiore. Il tutto accompagnato dall’applicazione di impacchi per lenire il fastidio.

Il vaccino

Ad oggi, la prevenzione contro la parotite prevede l’obbligo di vaccinazione, che viene somministrato sia da solo che con l’immunizzazione morbillo-parotite-rosolia (MPR).

Soprattutto i bambini tra i 12 e i 15 mesi di età vengono sottoposti a vaccinazione, con un richiamo somministrato di solito dai 5 ai 6 anni.