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Soft drink e salute: il Ministro dell’Istruzione propone una tassa

I “soft drink” renderebbero la vita più corta. È l’allarme lanciato da 50 ricercatori che hanno lavorato sotto la guida del dottor Neil Murphy. Gli studiosi hanno reso pubblici i dati che evidenziano come l’abuso di soft drink debba essere considerata una delle cause che porta le persone a morire più velocemente.

“Soft drink”, se assunti in grande quantità accorciano la vita

Nonostante in Italia il tasso di sopravvivenza possa essere considerato piuttosto alto, per le persone che assumono regolarmente e costantemente “soft drink” quella soglia può rappresentare un miraggio: addirittura, stando allo studio dei ricercatori pubblicato anche sull’American Journal of Medical Association, per sviluppare importanti malattie all’apparato digerente basterebbero due bicchieri di queste bevande ricche di zucchero e aromi assunti tutti i giorni.

Naturalmente la ricerca ha visto subito il parere contrario dell’American Beverage Association, ovvero quell’associazione che raccoglie tutti i produttori USA di bevande: per loro, infatti, lo studio sulla pericolosità dei “soft drink” è da considerarsi poco attendibile.

Il nuovo ministro all’Istruzione propone la tassa sulle bevande gassate

Non è affatto inattendibile, invece, per il nuovo ministro all’Istruzione, Lorenzo Fioramonti (Movimento 5 Stelle), appena nominato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel nuovo governo appoggiato da M5S e PD e già ribattezzato “giallorosso”.

Fioramonti, di recente, ha sottolineato la necessità di aumentare notevolmente i finanziamenti per scuola e università, e a chi gli chiedeva dove sarebbe stato possibile trovare le risorse adeguate, il pentastellato ha risposto che un’idea potrebbe essere proprio quella di tassare le bibite gassate.

Una soluzione che consentirebbe anche di aumentare gli stipendi dei professori, che Lorenzo Fioramonti definisce tra i più bassi d’Europa. L’idea di Fioramonti è stata subito presa in giro dall’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha parlato di “tassa del chinotto”.