Uno studio che ha condotto più di 40.000 persone ha messo in evidenza quella che secondo gli esperti sarebbe la possibilità che il vaccino Pfizer cominci a mettere in atto una meno efficace protezione nel giro di 6 mesi. La ricerca è stata compiuta quando ancora non era in circolazione la variante Delta del Covid 19 e, secondo i dati che sono stati riportati, l’efficacia di protezione del vaccino Pfizer, scenderebbe, dopo circa 6 mesi, dal 96% all’84%.
Lo studio sul vaccino Pfizer ha visto la partecipazione di volontari sia in America che in Europa. L’obiettivo non è stato quello di valutare se questo prodotto sia efficace o meno nel combattere l’eventuale infezione provocata dalla variante Delta. La ricerca ha avuto la funzione principale di riuscire a far comprendere se l’efficacia del vaccino rimanga inalterata nel tempo.
Ma da questo punto di vista i dati sono molto evidenti, perché rivelano che la sua validità diminuisca di una media del 6% ogni due mesi. Quindi si riaprono molte questioni, perché questa riduzione di efficacia sembra valere anche per quanto riguarda la possibilità che si venga contagiati e si manifestino sintomi minori.
Anche in questo senso, alla luce di questi nuovi studi, il Ministero della Salute sta valutando l’ipotesi di prevedere una terza dose soprattutto per alcune categorie, come le persone fragili e gli operatori sanitari a cui è stata somministrata la prima dose a dicembre del 2020. La decisione è comunque molto complicata, perché l’EMA ha sottolineato che al momento è troppo presto per decidere.
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